Rete 6G: cos’è e quando arriva la generazione che collima progresso e rispetto ambientale
Risparmio energetico, innovazione e sostenibilità ambientale. Questi i tre comandamenti che il futuro del 6G dovrà rispettare inserendosi nel mercato. Dunque, basta rete 5G: la nuova generazione propone miglioramenti sostanziali quali frequenze più alte, maggiore capacità e latenza bassa. Di seguito, vediamo come questa rete del futuro riuscirà ad assecondare l’una e l’altra cosa, il progresso e il rispetto del territorio.
Addio rete 5G: la contemporaneità ha bisogno di nuovi modelli tecnologici
La tecnologia si evolve in tempi rapidissimi e notiamo quotidianamente che l’uso che le persone fanno di internet è sempre più smanioso. Effettivamente, anche se il 5G sembra un tema ancora fresco, si registra oggigiorno una crescita dei dati sia sulle reti mobili che su quelle fisse. In particolare, si segnala che molto del nostro tempo lo passiamo in compagnia di streaming video e delle app per gli smartphone.
Anche se questo avveniva già prima della pandemia, è dai vari lockdown che nascono le piattaforme di collaboration, ora integrate nei modelli lavorativi del “new normal”. Ciononostante, il bisogno di far evolvere il 5G deriva da fenomeni strutturali che integrano tecnologie già esistenti tra cui machine learning e big data analysis.
Dunque, il terreno su cui costruire il 6G non è spoglio e le tecnologie sopracitate vedranno “semplicemente” uno sviluppo. Ma in vista di che cosa? Cosa ci si auspica di raggiungere nel prossimo futuro con la rete di sesta generazione? Almeno tre cose.
- MIMO potenziato per poter utilizzare molte antenne su di una singola apparecchiatura utilizzando frequenze a microonde.
- Tecnologie a onde millimetriche per ottenere i TeraHertz di frequenza e un’ampia larghezza di banda di canale.
- Reti “dense” per abilitare un uso più efficace dello spettro disponibile.
Le novità della rete 6G e l’impiego dell’intelligenza artificiale
A questo punto, arriviamo a toccare un altro nodo saliente per lo sviluppo di questa tecnologia: l’intelligenza artificiale. Innanzitutto, il suo impiego sulle connessioni di rete consentirà di evitare congestioni e problematiche affini.
Difatti, l’obiettivo è quello di mescolare tra i nodi della rete 6G le massive quantità di dati dei dispositivi, abilitando network su ampia scala. Così, si risolvono in maniera tempestiva e puntuale eventuali problemi e la velocità di connessione permetterà ai device di comunicare tra loro istantaneamente.
Un uso concreto di tutto questo? Ad esempio, le auto a guida autonoma, oppure la Virtual Reality (VR), per citarne i più immediati. Inoltre, potrà servire l’alta definizione che necessita di streaming con una risoluzione a 8K o a 16K. Essenzialmente, un perfetto ponte di comunicazione tra la realtà e il mondo digitale.

Basta 5G: il mondo ha bisogno di risparmio energetico e sostenibilità ambientale
Ma perché questa corsa al 6G? Possiamo dire che l’ambizione su cui si discute maggiormente in materia è il fatto di essere una rete green-friendly. In effetti, il 5G ha suscitato un malcelato scontento rispetto alla sua potenziale dannosità, sia per l’uomo che per l’ambiente.
Perciò, sul 6G ricadono tutte le speranze di riduzione sia dell’impronta di carbonio che delle disuguaglianze sociali entro il 2050. Come? Principalmente, dall’unione fra intelligenza e AI. Si studierà infatti il modo per far continuare a scalare reti mobili e fisse in modo flessibile, conveniente e sostenibile.
In pratica, si cercherà di superare l’immagazzinamento termico dei device e dell’energia che impatta anche sulla velocità di dati. Indubbiamente, questo richiede al mondo della ricerca un cambio di mentalità. Infatti, chi si occupa di semiconduttori e wireless dovrà inserire la sostenibilità come KPI essenziale.
6G nel rispetto degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU
Farà quindi piacere sapere che il 6G si promette di rispettare le SDG dell’ONU. Ossia, gli obiettivi di sviluppo sostenibile che sono interconnessi l’un l’altro con il valore centrale del rispetto dell’ambiente. Per dirne una, il 6G favorirà il monitoraggio dei disastri ambientali con una raccolta dati istantanea e capillare sul territorio.
Negli SDG dell’ONU la sostenibilità è anche di carattere sociale. Perciò, obiettivo del 6G è anche quello di raggiungere quei Paesi spesso non considerati per l’estensione della connessione di rete poiché poco influenti nel mercato. Se ci pensiamo bene si tratta di uno sviluppo fondamentale. Significherebbe assottigliare le diseguaglianze digitali, anche all’interno di un medesimo Paese.

AI, innovazione, sostenibilità ambientale e uguaglianza sociale: tutto grazie al 6G
In sintesi, cosa aspettarsi dalla futura rete tecnologica 6G? Innanzitutto, ricordiamo che il problema principale del 5G è la gestione dell’enorme traffico dati generato. Da qui, sono partite le fasi sperimentali dell’elaborazione di una sesta generazione, che vede l’AI protagonista. Grazie a questa si abiliteranno connessioni su larga scala tra dispositivi intelligenti in grado di effettuare calcoli complessi e risolvere immediatamente i problemi.
Per concludere, il 6G dovrà garantire:
- capacità più elevate e latenza molto più bassa.
- Una comunicazione istantanea tra dispositivi connessi.
- Il potenziamento dell’unione tra industria 4.0, salute e benessere, intrattenimento.
Dunque, quando arriverà in Italia? Il passo più difficile da compiere è indubbiamente la portata delle frequenze che diminuisce man mano che si sale nello spettro radio. Quindi, sarà necessario aumentare il numero di celle a disposizione e liberare la banda per avere il massimo delle prestazioni. C’è ancora un po’ di strada da fare e probabilmente, secondo il parere degli esperti, non potremo godere di tale rete prima del 2030.
Abbiamo parlato di 6G anche in un post LinkedIn d’approfondimento. Scopri di più visitando la nostra pagina ufficiale, clicca qua