Internet, che già era un compagno quotidiano della nostra vita, ha visto un incremento considerevole di traffico durante il periodo pandemico. Questo maggiore utilizzo ha avuto anche alcuni spiacevoli effetti. Un esempio è l’impossibilità, su reti non veloci e iperaffollate, di accedere a servizi critici come didattica a distanza e sanità. Consapevole di ciò, la multinazionale CISCO ha stilato un rapporto consultabile online, il Broadband Index. Secondo questo report l’81% del campione ritiene necessario avere a disposizione una connessione a banda ultralarga. Chiede invece di accelerare sui piani di infrastrutturazione nazionale per aumentare la velocità di connessione l’86% del campione.
Banda ultralarga, c’è da fare di più
Ci sono altri dati che emergono a chi sfoglia il rapporto. Il 79% degli italiani ritiene che la connettività sia importantissima, vitale per la crescita economica. Il 53% dei nostri connazionali ritiene addirittura che investire in infrastrutture broadband più prestanti sia importante come investire nei servizi pubblici.
Non è infatti un caso che la domanda per una banda ultralarga moderna, accessibile, sicura e affidabile sia cresciuta in maniera esponenziale nell’ultimo periodo. Le amministrazioni ne stanno prendendo atto. Secondo Paolo Campoli, VP Head of Global Service Provider per Cisco, la politica deve spingere verso:
“L’adozione di strategie europee e nazionali per portare la connessione fiber-to-the-home e 5G a tutte le famiglie ed alle imprese. Con modelli di investimento e tecnologie che aiutino a superare le barriere economiche e geografiche. Va creata la rete Internet per il futuro: sicura, moderna e sostenibile.”
E ancora “Cambiare l’economia di internet è imperativo se vogliamo creare un futuro inclusivo. Questo, così come una collaborazione ancora più stretta tra governi e service provider, è vitale. Risulta indispensabile se vogliamo emergere più moderni ed infrastrutturati dalla pandemia e da tempi che non hanno precedenti nella storia.”
Attualmente siamo abbastanza lontani da questo traguardo. Alcuni Stati del Nord Europa stanno cominciando a puntare forte sulla banda ultralarga, con dei primi e importanti risultati. Siamo però distanti da una rete rapida e affidabile per tutti. L’ultra Broadband, infatti, spesso risulta poco stabile.
Internet per tutti, la via maestra
Il dossier di CISCO segnala come molti intervistati vedano il futuro con una dotazione per tutti di fibra ottica in banda ultralarga. Magari con un internet come servizio pubblico, fornito alle utenze nello stesso modo in cui oggi sfruttiamo acqua ed elettricità. Proteggendo ogni connessione con password. Quasi la metà del campione intervistato è pronto a spendere di più. Il 47% infatti sarebbe disposto a pagare di più per una connessione migliore, più rapida e sicura.
In definitiva, dunque, il sondaggio appare piuttosto chiaro: internet non è più un lusso per pochi. Uno strumento di lavoro o informazione per personaggi snob che disdegnano la stampa tradizionale. Internet è ormai una vera e propria rete di connessioni frequentata da tutti per svago, shopping, necessità lavorative o di intrattenimento. È dunque necessario superare l’attuale infrastruttura, naturalmente arretrata per queste esigenze e per il numero di accessi quotidiani. Ognuno di noi ha ormai almeno uno smartphone. Per non parlare di tablet, pc o console videoludiche e di intrattenimento; tutto, di fatto, si connette a internet.
Un’esigenza mondiale
I dati emersi dal sondaggio CISCO sono riferiti all’Italia, ma tutto il mondo è ormai connesso. Per tale motivo è davvero impensabile non passare a una infrastruttura di banda ultralarga, più rapida nel connetterci a quello di cui abbiamo bisogno.
Il passo che va ora compiuto è quello di renderla accessibile e affidabile, ovvero stabile e a disposizione di chiunque. Il 5G e l’internet delle cose sono inevitabilmente il futuro per un Pianeta sempre più connesso in rete. Per renderli realtà sul piano concreto, non possiamo prescindere da un ultrabroadband a vastissimo accesso.