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Remediation plan: come prioritizzare gli investimenti di sicurezza 

Le reti informatiche interconnettono il mondo, le informazioni viaggiano alla velocità della luce e, allo stesso tempo, l’incolumità dei dati è costantemente esposta a innumerevoli rischi. Gli attacchi informatici, noti anche come attacchi cyber, rappresentano una minaccia sempre più diffusa e sofisticata per individui, aziende e istituzioni in tutto il mondo.  

Malware, ransomware, phishing e data breach sono fenomeni quotidiani, amplificati dall’espansione delle superfici d’attacco dovute a cloud, IoT e smart working. In questo contesto, la domanda non è se un’azienda subirà un attacco, ma quando. 

Di fronte a uno scenario tanto complesso, accumulare tecnologie di difesa non è sufficiente. Senza una visione chiara delle priorità e un percorso strutturato di intervento, anche i migliori investimenti rischiano di trasformarsi in inefficienza. È qui che entra in gioco il remediation plan. 

Perché serve un remediation plan 

Il remediation plan è un piano d’azione strategico che permette di gestire le vulnerabilità informatiche in modo ordinato e misurabile. Non si tratta solo di correggere le falle già emerse, ma di assegnare un ordine di priorità agli interventi, basandosi su criteri oggettivi come criticità, impatto sul business, probabilità di sfruttamento da parte di un attaccante. 

Senza un remediation plan, molte aziende operano in maniera reattiva: patch applicate in ritardo, procedure di risposta improvvisate, spese distribuite su aree non critiche. Il risultato è duplice: da un lato si sprecano risorse economiche, dall’altro si rimane comunque esposti ad attacchi in grado di interrompere la continuità operativa o compromettere dati sensibili. 

Un piano ben strutturato, invece, consente di ottimizzare il budget IT, rendere chiari i tempi di attuazione e fornire al management evidenze concrete su come le misure di sicurezza riducono realmente il rischio. 

Come si stabiliscono le priorità di sicurezza 

La priorità non è uguale per tutte le aziende. Ogni organizzazione, infatti, deve valutare il proprio perimetro tecnologico e capire quali asset rappresentano il cuore del proprio business. Per un’azienda manifatturiera, ad esempio, i sistemi di controllo industriale avranno un peso superiore rispetto alla posta elettronica; per una società di servizi finanziari, al contrario, la protezione delle credenziali e dei dati dei clienti sarà prioritaria. 

La definizione delle priorità parte da una valutazione del rischio che consideri: 

  • la probabilità che una minaccia si concretizzi; 
  • l’impatto economico, operativo e reputazionale di un potenziale attacco; 
  • il livello di esposizione degli asset, interni ed esterni; 
  • i requisiti di compliance imposti dalle normative (es. GDPR, NIS2). 

Questa analisi si traduce in una business impact analysis, ovvero nella misurazione delle conseguenze che un incidente avrebbe sui processi aziendali. È l’approccio cosiddetto risk-based, oggi ampiamente raccomandato dagli standard internazionali. 

Il valore di HiCompliance 

Tradurre i principi del remediation plan in azioni concrete non è semplice: servono strumenti, competenze e continuità. È qui che HiSolution ha sviluppato HiCompliance, la soluzione gestita che trasforma la gestione del rischio in un percorso strutturato e misurabile. 

HiCompliance fornisce un indice oggettivo del rischio attraverso radar chart intuitive, che mostrano in quali aree l’azienda è più esposta e dove è necessario intervenire. Questo dato consente al reparto IT di dialogare con il top management in maniera trasparente, giustificando richieste di budget con numeri e metriche verificabili. 

Il passo successivo è il Gantt di remediation personalizzato, un piano d’azione modulabile dai 24 ai 60 mesi. Non un documento statico, ma un percorso che si adatta all’evoluzione dell’azienda e delle minacce. Le attività vengono suddivise per priorità, scadenze e responsabilità, permettendo di distribuire gli investimenti in modo sostenibile nel tempo, senza cannibalizzare risorse già allocate. 

Inoltre, HiCompliance non si limita a indicare le vulnerabilità, ma fornisce affiancamento operativo: supporto nella definizione di policy, nella redazione di un Incident Response Plan conforme alle best practice internazionali, fino a programmi di formazione e simulazioni di phishing per aumentare la consapevolezza dei dipendenti. 

Benefici concreti per le aziende che adottano un remediation plan 

Un remediation plan supportato da HiCompliance genera benefici tangibili su più livelli: 

  1. Riduzione misurabile del rischio. La promessa è chiara: abbassare l’esposizione entro 90 giorni dall’avvio del percorso, con verifiche periodiche per dimostrare l’efficacia delle azioni intraprese. 
  1. Ottimizzazione del budget. Gli investimenti non vengono distribuiti a pioggia, ma concentrati sugli asset critici, massimizzando il ritorno in termini di resilienza. 
  1. Serenità tecnologica. Con un piano chiaro e monitorato, gli IT manager possono liberarsi delle attività a minor valore, concentrandosi su innovazione e strategia. 
  1. Conformità alle normative. Report e revisioni periodiche permettono di dimostrare in sede di audit la conformità a standard come NIS2, GDPR e ISO 27001. 
  1. Coinvolgimento del management. I dati oggettivi raccolti da HiCompliance diventano uno strumento di comunicazione interna, facilitando la richiesta di budget e aumentando la consapevolezza dei vertici aziendali. 

In altre parole, la sicurezza smette di essere percepita come un costo, trasformandosi in un investimento strategico che tutela la continuità del business. 

In un contesto in cui gli attacchi informatici crescono in frequenza, complessità e impatto, affidarsi a soluzioni reattive o interventi sporadici non è più sufficiente. Senza un remediation plan, le aziende rischiano di navigare a vista, sprecando risorse e rimanendo vulnerabili proprio nei punti più critici. 

HiCompliance rappresenta la risposta a questa sfida: un approccio strutturato, flessibile e misurabile che consente di pianificare gli investimenti di sicurezza in modo consapevole, sostenibile e orientato ai risultati. Un percorso che non richiede di “rifare tutto”, ma che valorizza gli investimenti esistenti, colmando le lacune e adattandosi all’evoluzione tecnologica e normativa. 

La vera differenza, oggi, non è solo essere protetti, ma poter dimostrare di esserlo con dati oggettivi, report chiari e strategie verificabili. E con HiCompliance, la sicurezza diventa un alleato per il business, restituendo alle aziende quella serenità tecnologica che permette di guardare al futuro senza timori. 

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